Uno dei lavori più complessi è interrompere l’ereditarietà che passa inesorabile da una generazione all’altra. Non ci si rende conto ma, spesso, i problemi che viviamo sono il prodotto di un insieme di ricordi e di situazioni vissuti nel passato che danno agli accadimenti del presente un senso di ineluttabilità. Lavorare su tale consapevolezza, riuscire ad osservarsi, ovvero guardarsi dall’esterno, è uno degli sforzi che il terapeuta può chiedere al suo cliente.
Allontanarsi dai ricordi spiacevoli del passato, tenere lontano le sensazioni che fanno star male è un diritto di chiunque.
Una relazione di aiuto si basa sul non dimenticare mai il presente, sulla capacità di guardare oltre la difficoltà che sembra insormontabile. E’ importante credere nelle risorse insperate, come è importante che non si smetta mai di cercare il guizzo, la carta vincente dell’altro.
La ricerca di uno spazio di felicità, di un pensiero sereno, mentre si affronta il dolore, serve per riprendere fiato.
Anche nelle situazioni più drammatiche si può intravedere una risorsa, grazie alla consapevolezza del nostro limite. La consapevolezza che permette l’incontro.
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